Conferenze anno 2024-2025
2023
CONFERENZA
SABATO 21 OTTOBRE 2023
ORE 18.00 SALA ELPIDIO BENEDETTI-POGGIO MIRTETO
Titolo conferenza : Archeologia-I tesori dietro l’angolo-Scopriamo il nostro territorio-Contesti archeologici nel Comune di Fara in Sabina”
Il territorio amministrativo di Fara in Sabina per le sue caratteristiche morfologiche, l’abbondanza delle acque e la fertilità dei suoli è stato intensamente popolato in tutte le epoche storiche. Il rinvenimento di diverse industrie litiche attribuite al paleolitico medio (loc. Arci), al paleolitico superiore (loc. Puzzaroli) ed al periodo neolitico (loc. Grotte di Torri) ha consentito di testimoniare una costante presenza dell’uomo in differenti punti di questo settore della Sabina tiberina fin dalle fasi di vita preistoriche. La distribuzione dei siti inquadrabili nell’arco cronologico compreso tra l’età del bronzo media (locc. Banditelle e Pasquino), finale (loc. Monte S. Martino) e recente (loc. Molino Linguessa) è sintomo di un’occupazione strategica del territorio per il controllo sia delle alture più elevate che dei corsi d’acqua di ordine primario e secondario. Le campagne di scavo condotte dalla Soprintendenza Archeologica per il Lazio tra il 1979 e il 1992 hanno permesso inoltre di individuare tra il Fosso Corese e il Fosso degli Arci (loc. Arci), la capitale dei Sabini ovvero Cures. Le indagini stratigrafiche menzionate hanno restituito reperti risalenti alla fine del IX sec. a.C. e soprattutto strutture della seconda metà dell’VIII sec. d.C., oltre che di epoche successive. È oltremodo suggestivo evidenziare come gli autori classici mettano in relazione i re di Cures, Tito Tazio e Numa Pompilio, con la nascita e le prime fasi della storia di Roma. In età repubblicana e imperiale nell’area amministrata dal municipio di Cures si assisterà ad uno sfruttamento agricolo intensivo del territorio, a testimonianza di ciò sta il sorgere di numerose fattorie e villae. Fino al IV sec. d.C. La vendita dei prodotti agricoli verso l’Urbe e l’area appenninica certamente è stata favorita dalla navigabilità del Tevere e dalla fitta rete viaria tra cui spicca la presenza della via Salaria, la quale proprio in ambito curense abbandonava la sinistra idrografica tiberina per dirigersi decisamente in direzione nord/est. A tal proposito di notevole interesse sono l’individuazione del portus curensis in località Colle Peragalli e gli ultimi studi condotti sul tracciato della Salaria curense che certamente in età augustea conduceva a Mompeo, prima di proseguire verso Reate. Proprio in virtù della nobile tradizione storico-archeologica il territorio farense è stato oggetto di importanti studi topografici condotti inizialmente tra il 1881 e il 1897 per poi essere ripresi negli anni ’70 del XX secolo e pubblicati da Maria Pia Muzzioli nel 1980. Attualmente i sopramenzionati studi topografici e l’intera letteratura archeologica inerente al comune di Fara in Sabina è in corso di studio, per adeguare il Piano Urbanistico Comunale Generale (sigla P.U.C.G.) al Piano Territoriale Paesistico Regionale – Beni Paesaggistici (sigla P.T.P.R.), ai sensi dell’art. 65 delle Norme del P.T.P.R. L’adeguamento è mirato sia al completamento dell’individuazione che alla precisazione dei beni paesaggistici della tavola B del PTPR.
Relatore: Emanuele Brucchietti
Conferenze 23-24 Poggio Mirteto